mercoledì 21 novembre 2012

Natale Indoeuropeo [recensione]



Si è svolta lunedì scorso a Santa Marinella presso la sala "Santa Maria della Provvidenza" della Parrocchia di San Giuseppe la conferenza dal titolo "Natale Indoeuropeo - Dalle origini ai nostri giorni". Organizzato dal Centro Studi Aurhelio, alla presenza di circa una trenta partecipanti (giunti anche dal comprensorio e da Roma), l’evento è stato stranamente snobbato dai media – solo “La Voce” e “La Provincia” hanno registrato l’appuntamento, considerata la presenza del Prof. Mario Polia. L’ospite, Docente di Antropologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, oltre ad essere il Direttore del Museo Demo-antropologico di Leonessa, può vantare prestigiosi riconoscimenti internazionali per le sue attività di ricerca archeologica, demo-antropologica e storico-religiosa. Non solo, scrittore di numerosi saggi, libri e curatore di collane editoriali per prestigiose case editrici, ha scoperto il mistero dell’El Dorado dagli scritti della Compagnia di Gesù, ritrovati negli archivi vaticani. 


L’importante tema della serata è stato il Natale che, al di là dall’essere una festività esclusivamente cristiana, che oggigiorno purtroppo, per molti, si è trasformato in una fiera del consumismo, rappresenta un data venerata da tutte le grandi civiltà del passato. La cosa non è casuale, infatti, la celebrazione del Natale il 25 dicembre, intorno al giorno del Solstizio d'inverno, giorno nel quale il Sole si situa nel punto più basso dell'eclittica è carico di significati spirituali, aspetto, quello del sacro, che caratterizzava fortemente tutte le grandi Civiltà dell'antichità. La festività del Natale, ha spiegato il Prof. Mario Polia, è un evento collegato al Sole in quanto fonte di luce e di vita e in continuo conflitto con tutto ciò che ad esse sono antitetici. Il primo insegnamento che si trae è quello dell'uomo in grado di osservare i cicli naturali del mondo, il primo libro proveniente dalla Divinità, e di trarre da esso le leggi che governano l'universo materiale ma sopratutto spirituale e che li permetta di vivere con sapienzia e intensità la propria vità in rapporto con la natura. Un uomo capace di comprendere i ritmi del mondo e la loro origine divina e che sappia mantenere viva e tramandare la trasmissione originaria di Dio, la Tradizione, attraverso il rito, il sacrificio e la preghiera alle generazioni che seguiranno. Il secondo insegnamento è quello che si rifà alla nascita di Cristo e di Mithra, della divinità che scende nella grotta e che rimanda secondo le indicazioni della linguistica al "cuore", quindi al "cuore della Terra", nella quale si disvela la divinità. Noi, in quanto immagine di Dio, portiamo intrinsecamente dentro di noi una scintilla divina e perciò dobbiamo sforzarci affinché "il cuore di ogni essere diventi quella stessa grotta mistica da alimentare con il proprio impegno, il proprio sacrum facere". Il terzo insegnamento è quello del Sole che dopo essere sprofondato nel punto più basso dell'eclittica, dando l'impressione di cadere nell'oscurità, inizia di nuovo a rinascere con il giorno che quotidianamente conquista spazio sulla notte. L'uomo quindi deve vivere il Natale come un momento di rinnovamento attraverso una sincera analisi di se stessi e di quanto si è fatto durante l'anno per conoscere quanta strada è stata percorsa nella direzione della resurrezione e quanto invece ci si è sporcati di fango. 

A differenza dell'uomo moderno che non vive la vita ma è vissuto, consumato dalla vita, il senso del Natale è quello di vivere la vita con una costante presenza a se stessi cambiando il nostro modo di essere a partire dalle piccole cose. Una importante occasione quindi, che ha aperto delle finestre di luce su un evento che ormai troppo spesso viene sepolto sotto la coltre dell’affanno moderno. L’intervento del Prof. Polia, ha dunque consegnato ai presenti molti granelli di luce sui quali riflette, con i quali approssimarci all’evento natalizio e con i quali non farci trascinare nel logorio della vita moderna, proprio in un periodo nel quale occorre la pace interiore per approssimarsi all’evento natalizio. Nel segno del Sacro, della Tradizione e di una condotta sobria e misurata che distinguono la vita dell’essere nobile.

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