domenica 29 settembre 2013

Preghiera a San Michele Arcangelo

La preghiera fu formulata da papa Leone XIII come prologo a un famoso esorcismo, che secondo le leggi della chiesa cattolica può essere pronunciato efficacemente da un sacerdote autorizzato dal vescovo, e in forma privata da qualsiasi fedele battezzato.



Latino
In Nomine Patris, et Filii et Spiritus Sancti.
Princeps gloriosissime caelestis militiae, sancte Michael Archangele, defende nos in proelio et colluctatione, quae nobis adversus principes et potestates, adversus mundi rectores tenebrarum harum, contra spiritualia nequitiae, in caelestibus.
Veni in auxilium hominum, quos Deus creavit inexterminabiles, et ad imaginem similitudinis suae fecit, et a tyrannide diaboli emit pretio magno. Proeliare hodie cum beatorum Angelorum exercitu proelia Domini, sicut pugnasti contra ducem superbiae Luciferum, et angelos eius apostaticos: et non valuerunt, neque locus inventus est eorum amplius in coelo. Sed proiectus est draco ille magnus, serpens antiquus, qui vocatur diabolus et satanas, qui seducit universum orbem; et proiectus est in terram, et angeli eius cum illo missi sunt.
En antiquus inimicus et homicida vehementer erectus est. Transfiguratus in angelum lucis, cum tota malignorum spirituum caterva late circuit et invadit terram, ut in ea deleat nomen Dei et Christi eius, animasque ad aeternae gloriae coronam destinatas furetur, mactet ac perdat in sempiternum interitum.
Virus nequitiae suae, tamquam flumen immundissimum, draco maleficus transfundit in homines depravatos mente et corruptos corde; spiritum mendacii, impietatis et blasphemiae; halitumque mortiferum luxuriae, vitiorum omnium et iniquitatum.
Ecclesiam, Agni immaculati sponsam, faverrimi hostes repleverunt amaritudinibus, inebriarunt absinthio; ad omnia desiderabilia eius impias miserunt manus. Ubi sedes beatissimi Petri et Cathedra veritatis ad lucem gentium constituta est, ibi thronum posuerunt abominationis et impietatis suae; ut percusso Pastore, et gregem disperdere valeant.
Adesto itaque, Dux invictissime, populo Dei contra irrumpentes spirituales nequitias, et fac victoriam.
Te custodem et patronum sancta veneratur Ecclesia; te gloriatur defensore adversus terrestrium et infernorum nefarias potestates; tibi tradidit Dominus animas redemptorum in superna felicitate locandas. Deprecare Deum pacis, ut conterat satanam sub pedibus nostris, ne ultra valeat captivos tenere homines, et Ecclesiae nocere.
Offer nostras preces in conspectu Altissimi, ut cito anticipent nos misericordiae Domini, et apprehendas draconem, serpentem antiquum, qui est diabolus et satanas, ac ligatum mittas in abyssum, ut non seducat amplius gentes.

Italiano
Gloriosissimo Principe della Milizia Celeste, Arcangelo San Michele, difendeteci in questa ardente battaglia contro tutte le potenze delle tenebre e la loro spirituale malizia.
Venite in soccorso degli uomini creati da Dio a sua immagine e somiglianza e riscattati a gran prezzo dalla tirannia del demonio.
Combattete oggi le battaglie del Signore con tutta l’armata degli Angeli beati, come già avete combattuto contro il principe dell’orgoglio lucifero ed i suoi angeli apostati; e questi ultimi non potettero trionfare e ormai non v’è più posto per essi nei cieli. Ma è caduto questo grande dragone, questo antico serpente che si chiama lo spirito del mondo, che tende trappole a tutti.
Sì, è caduto sulla terra ed i suoi angeli sono stati respinti con lui.
Ora ecco che, questo antico nemico, questo vecchio omicida, si erge di nuovo con una rinnovata rabbia. Trasfiguratosi in angelo di luce, egli nascostamente invase e circuì la terra con tutta l’orda degli spiriti maligni, per distruggere in essa il nome di Dio e del suo Cristo e per manovrare e rubarvi le anime destinate alla corona della gloria eterna, per trascinarle nell’eterna morte.
Il veleno delle sue perversioni, come un immenso fiume d’immondizia, cola da questo dragone malefico e si trasfonde in uomini di mente e spirito depravato e dal cuore corrotto; egli versa su di loro il suo spirito di menzogna, di empietà e di bestemmia ed invia loro il mortifero alito di lussuria, di tutti i vizi e di tutte le iniquità.
La Chiesa, questa Sposa dell’Agnello Immacolato, è ubriacata da nemici scaltrissimi che la colmano di amarezze e che posano le loro sacrileghe mani su tutte le sue cose più desiderabili. Laddove c’è la sede del beatissimo Pietro posta a cattedra di verità per illuminare i popoli, lì hanno stabilito il trono abominevole della loro empietà, affinché colpendo il pastore, si disperda il gregge.
Pertanto, o mai sconfitto Duce, venite incontro al popolo di Dio contro questa irruzione di perversità spirituali e sconfiggetele. Voi siete venerato dalla Santa Chiesa quale suo custode e patrono ed a Voi il Signore ha affidato le anime che un giorno occuperanno le sedi celesti. Pregate, dunque, il Dio della pace a tenere schiacciato satana sotto i nostri piedi, affinché non possa continuare a tenere schiavi gli uomini e a danneggiare la Chiesa.
Presentate all’Altissimo, con le Vostre, le nostre preghiere, perché scendano presto su di noi le Sue Divine Misericordie e Voi possiate incatenare il dragone, il serpente antico satana ed incatenarlo negli abissi. Solo così non sedurrà più le anime.


San Michele Arcangelo



Si festeggia oggi il Principe delle Milizie Celesti, 
l' Angelo-guerriero difensore dell'Ordine Divino dalle forze infere del caos.



sabato 28 settembre 2013

GLI UOMINI DORMONO E QUANDO MUOIONO SI RISVEGLIANO

Gli uomini dormono. Quando muoiono si risvegliano. Come l’acqua fredda viene tratta al calore dal fuoco, l’anima diventa vivente in atto senza perdere la vita dall’incendio della morte. Tutto ciò che fu esistente in potenza diviene in atto. Il corpo è una protesi dell’anima, è una sorta di cucchiaio attraverso cui la natura purissima della persona trova il proprio destino conoscendo. Ed è perciò che non si deve temere neppure il venir meno delle forze, il deperire, proprio perché gli uomini hanno due sostanze: la prima di esse è viva per natura, ed è l’anima, mentre la seconda è morta per natura, ed è il corpo. E fu così che i saraceni, rapiti dai tramonti del Monte Etna, cominciarono a tramandare Empedocle.


Pietrangelo Buttafuoco
 da Il Foglio di venerdì 27 settembre 2013

mercoledì 25 settembre 2013

La Tradizione si situa al di là del tempo


“La tradizione non è il passato.
La tradizione ha a che vedere con il passato
né più né meno di quanto ha a che vedere
col presente o col futuro. Si situa al di là del tempo.
Non si riferisce a ciò che è antico,
a ciò che è alle nostre spalle:
bensì a ciò che è permanente, a ciò che ci sta “dentro”.
Non è il contrario dell'innovazione,
ma il quadro entro cui debbono compiersi
le innovazioni per essere significative e durevoli”.


domenica 22 settembre 2013

Equinozio d'autunno


Oggi ore, 22.44, il sole si trova allo zenit sull'equatore, illuminando tutto il globo allo stesso modo.
Il giorno ha quindi oggi la stessa durata della notte, ma da questo punto in poi, le tenebre avranno la meglio sulla luce. Da sempre, la natura scandisce i ritmi della vita dell'uomo, le cui attività sono sempre state strettamente collegate alle forze della madre terra. Trovandoci inseriti in una società moderna che tende ad appiattire e togliere ogni significato alle specificità ed alle differenze qualitative che intercorrono tra le varie fasi del ciclo annuale, l'uomo moderno continua noncurante le propria vita frenetica e meccanica. Guardando alle radici della nostra Tradizione, scopriamo che inizia un periodo di riflessione e pausa interiore, atto all'analisi e al lavoro su sé stessi, cercando e limando ciò che dentro di sé va corretto, migliorato.
Di seguito un'interessante passo, che si lega anche alla prossima festività di San Michele Arcangelo.

Nei tempi antichissimi dell'evoluzione dell'umanità ogni passo del processo della riproduzione umana era collegato strettamente al corso dell'anno.
Con la festività di S. Michele (29 settembre) abbiamo appena superato l'equinozio d'autunno (23 settembre - dal latino aequus, uguale, e nox, notte). Passiamo da Uriele a Michele: è finita la fase di crescita esteriore nella natura, e nostra verso ciò che è "altro da sé", ed è iniziata la rigenerazione invisibile.
Adesso è Michele alla massima altezza, alla sua culminazione cosmica
L'emiciclo annuale che si avvia con Michele in autunno (e si conclude con Gabriele in inverno) è quello "dalla morte alla vita", ritorniamo dentro, ripieghiamo su noi stessi e nella nostra interiorità, per consentirci poi di rinascere "a nuova vita"; quando - superato l'inverno - verrà inaugurato l'altro emiciclo, polare a questo, quello di Raffaele: "dalla vita alla morte", il tempo in cui saremo nuovamente tutti proiettati fuori di noi, all'esterno.
In questi sei mesi dell'autunno/inverno (Michele e Gabriele) la "materia è contessuta di spirito", mentre nei sei mesi precedenti della primavera/estate (Raffaele e Uriele) era lo "spirito contessuto di materia". Vediamo intorno, ovunque sotto i nostri occhi, avviarsi il processo di "incenerimento della pianta" dopo aver assistito al trionfo della "nascita della pianta". Il bianco secondo Steiner è il colore di riferimento inteso come immagine animica dello spirito. La bellezza luminosa di questo periodo autunnale è quella della veste di Michele, "che a volte riluce di oro solare e a volte risplende interiormente come un'irradiazione argentea": una veste intessuta d'oro (il Sole della stagione precedente - Uriele) e risplendente d'argento (la Terra della stagione seguente - Gabriele).
L'immagine di Michele che tiene la sua spada di ferro puntata sul drago è per l'Uomo, secondo Steiner, un grande "appello rivoltogli per l'azione interiore". Perché egli impari a festeggiare la festa di S. Michele "facendone - appunto - una festa di liberazione da ogni timore o paura, una festa dell'iniziativa e della forza interiori, una festa che sia un appello all'autocoscienza scevra da egoismo."
Lasciamo dunque che in noi, in questa fase autunnale, cresca tutto ciò che tende alla riflessione, "alla libera forte e coraggiosa volontà, contraria ad ogni ignavia e ad ogni paura." In questo modo alla conoscenza della natura possiamo unire un verace processo di autocoscienza.

www.disinformazione.it

sabato 14 settembre 2013

Dante Alighieri - in memoriam

Dante Alighieri 14/09/1321 - 14/09/2013


Oggi cade l'anniversario della morte del sommo poeta. Lo ricordiamo con alcuni suoi profetici versi, validi ora più che mai...

"Ahi serva Italia, di dolore ostello,

nave senza nocchiero in gran tempesta,

non donna di province, ma bordello!"

purgatorio -  6^ canto  



mercoledì 4 settembre 2013

Gerarchia o meritocrazia?


Incontriamo spesso in questa moderna ed avanzata nazione tra le potenze occidentali, molte persone insoddisfatte, che hanno subito ”ingiustizie”, pluripremiati che non hanno trovato il posto che gli s'addiceva, per i loro supposti meriti. ”Io sono un intellettuale e ho il diritto di parlare, in un modo o nell'altro, poiché sono stato premiato", è la replica-tipo che indica la psicologia di queste persone. Come? Un riconoscimento ti dà diritti? Essere bravo e meritevole una volta, ti autorizza a chiedere e di ricevere sempre? In realtà, è vero proprio il contrario. Chi si è dimostrato bravo una volta, si è qualificato per un nuovo compito, per una nuova responsabilità, per un nuovo dovere. E questo è tutto. Certo, è una morale aspra, questa del dovere senza fine da parte dei bravi e della ricompensa a quelli che non sempre sono stati bravi, ma questa è la morale tradizionale, la morale di qualsiasi comunità, spiritualmente sana. Ci può piacere o meno, ma essere bravo significa capire veramente che non si sarà mai abbastanza bravo, per iniziare a chiedere invece di continuare a dare. Questa è la differenza tra la meritocrazia del mondo moderno, liberal-democratico e la gerarchia, che etimologicamente significa governo del sacro. Il grado di sacrum facere, di sacrificio, indica la collocazione organica che compete ad ognuno. Alcuni obietteranno. Il fatto che non sempre siano esistiti in Italia dei criteri oggettivi che valorizzassero le persone è possibile. Ma anche laddove esistono dei criteri oggettivi, si vengono a compiere casualmente delle ingiustizie. Ad esempio per alcuni posti di lavoro vengono considerati solo coloro che hanno concluso la propria carriera accademica con il voto di 110 e lode. Significa questo che non vengono messi da parte molti di quelli bravi? Dunque non sono i criteri oggettivi che decidono la buona preparazione professionale e morale della società. Esistono anche altri criteri, in base ai quali non è la posizione alla quale sei arrivato che qualifica il tuo valore, bensì la tensione morale nella quale si vive.

Nico di Ferro

lunedì 2 settembre 2013

John Ronald Reuel Tolkien, in memoriam


"Tutto ciò che dobbiamo decidere 
è cosa fare col tempo che ci viene dato"

  John Ronald Reuel Tolkien 
02/09/1973 - 02/09/2013

domenica 1 settembre 2013

La fandonia evoluzionista - recensione

Tra gli intoccabili dogmi imposti “dall’alto” perché si prestano perfettamente ad assecondare la moderna visione illuminista e progressista, vi troviamo ai primi posti, l’evoluzionismo. La fandonia evoluzionista, di Rutilio Sermonti si propone in qualche modo, di aprire la mente a chi ripone cieca fiducia in questo intoccabile strumento nelle mani dei poteri forti.

Esso, che vede in Charles Robert Darwin, attraverso il darwinismo,  il maggior esponente, è un concetto talmente diffuso e radicato nelle menti che cercare di far capire ai più, in un dibattito diretto, quello che esso veramente rappresenta significa letteralmente sbattere la testa contro un muro.  Eppure, ad analizzare le cose con occhio attento e libero da ogni pregiudizio, presenta paradossi che lo minano alle fondamenta. Quello che resta fissato nelle giovani menti non è però solo ciò che tale “dottrina” afferma nell’ambito scientifico: esso infatti va a contaminare quella che è la visione del mondo, nonché l’orientamento esistenziale dell’individuo.  Partendo da una formazione scolastica della scienza, si ritiene come giusto e vero solamente ciò che i libri ci dicono essere tale (spesso attraverso artifici tanto abili quanto mistificatori) perché “scientificamente dimostrato”. Ogni contestazione viene in questo modo rifiutata a priori perché comprendente una sfera che oltrepassa il visibile, tangibile e materialmente constatabile. Il tutto si traduce, passando per la conseguente lotta per la sopravvivenza, (selezione naturale) e dunque “vittoria del più forte”, spostandoci sul piano esistenziale, nell’individualismo e nella competitività sfrenata che diviene cavallo di battaglia della visione democratica e liberale: “fatti furbo, fai carriera, arraffa il più possibile” è dunque il motto imperante nella moderna, consumistica, egoistica società. Nozioni che , dunque, ci vengono propinate fin da piccoli tra i banchi di scuola, che ripetiamo meccanicamente e quasi “penetrano” nell’essere, legandosi al falso ottimismo dei progressisti in una concezione della vita e dell’odierno che diventa un vano e mutevole trasformismo, senza alcun punto fermo o cardine.
 Il libro di Sermonti, breve e accessibile a tutti, espone in maniera semplice e senza ricorrere a complicati approfondimenti (che risulterebbero comprensibili solamente a chi possiede una ferrea conoscenza della materia in questione) come l’evoluzionismo altro non sia che strumento che le menti demo liberali hanno pomposamente sfruttato con l’aiuto di media e giornali per precludere ogni “apertura verso l’alto”, frenando così ogni slancio verso l’ascesa spirituale. La prima e fondamentale critica sta nell’evidenziare come nel darwinismo si parta da preconcetti ideati con un sistema logico in grado solo di trarre conseguenze da un’affermazione di partenza di per sé empirica, soggettiva e retorica, invertendo il rapporto per cui si dovrebbe partire dalle prove certe, sulle quali poi elaborare la teoria. Da ciò avendo cercato allo sfinimento le prove per poter giustificare a tutti i costi l’esistenza del famoso anello di congiunzione tra due specie, (tra cui, ovviamente, la via di mezzo tra uomo e scimmia), si scade a ben vedere in esempi miseri e fasulli, casi costruiti sul nulla. Si giunge attraverso l’accettazione passiva delle scoperte eclatanti a noi propinatoci, a considerare verità assoluta una totale falsità.

Un libro permette, in conclusione di far scattare in chi pone una fedeltà assoluta alla tesi evoluzionistica, la scintilla del dubbio. Il dubbio si sa, fa vacillare e stimola la ricerca della Verità. Risparmiandosi di chiarire in un modo che sarebbe sì esauriente al massimo, ma che si perderebbe in complicati e incomprensibili esempi specifici, La fandonia evoluzionista trae da casi eclatanti lo spunto per una ricerca più approfondita sulla non veridicità di un dogma che è diventato quasi utopia ritenere falso.

Magari  alcuni potrebbero, leggendolo, accorgersi come l’uomo a determinate cose non potrà mai dare una spiegazione né potrà mai, attraverso la scienza, sminuire e dominare la natura, sfaldando  così quell’ordine Cosmico, cerchio perfetto eterno e immutabile, che ha fatto e fa la forza delle comunità  tradizionali, e che si dissocia dalla aberrante e  livellatrice visione lineare, evolutiva e progressista .

LA FANDONIA EVOLUZIONISTA, di Rutilio Sermonti, Edizioni Comunitarie, Pagg. 128,
Euro 8.00
Copertina 4riot@libero.it – Impaginazione raido.it
Finito di Stampare nell’Agosto 2009 – Stampato in proprio
disponibile presso:Centro Studi Aurhelio, Via Aurelia 571 A, 00058 -Santa MArinella - RM